Sulle Paralimpiadi invernali Milano Cortina che inizieranno tra poco meno di un anno insieme alle Olimpiadi, per la prima volta verrà realizzato un documentario.
Esplicita volontà di diffondere e trasmettere il più possibile i principi che Luca Pancalli, storico presidente del Comitato italiano paralimpico, non si stanca di ripetere: “Uguaglianza tra tutti e abbattimento dei pregiudizi sulla disabilità, inclusività dello sport per un cambiamento culturale all’insegna del rispetto delle differenze”.
Saranno più di 600 gli atleti che si contenderanno le medaglie nelle 79 gare previste, 39 maschili, 35 femminili, 5 miste. Sei le discipline in programma: curling in carrozzina, sci alpino e snowboard a Cortina, para ice hockey su slittino a Milano, sci di fondo e biathlon a Tesero, in val di Fiemme. Gli azzurri altoatesini e trentini dovrebbero essere poco meno di una ventina tenendo conto che la nazionale di para ice hockey è composta, in massima parte, da sudtirolesi. La lista delle convocazioni della squadra italiana al completo si chiuderanno entro fine anno.
“Oltre al fatto sportivo in sé – afferma Massimo Bernardoni, presidente del Comitato paralimpico provinciale di Trento con delega anche per Bolzano – le Paralimpiadi per noi sono anche un motivo di sensibilizzazione culturale dei cittadini. Con la visibilità mondiale che ci sarà il nostro obiettivo è riuscire a far venir voglia di praticare lo sport a uomini e donne, ragazze e ragazzi con disabilità che magari finora non l’hanno mai provato. Perché fare sport, che migliora la qualità della vita, è possibile anche a chi parte da una situazione di svantaggio. In questo campo le barriere spesso sono più culturali che architettoniche”.
Di Paralimpiadi si iniziò a parlare nel Secondo dopoguerra. Bisognerà aspettare una trentina d’anni perché si svolgessero le prime invernali, in Svezia, era il 1976. Vi parteciparono oltre 250 atleti provenienti da 16 nazioni. La Germania ovest arrivò in testa al medagliere con 28 tra ori, argenti e bronzi. A quell’esordio l’Italia non partecipò. Le Paralimpiadi di Milano Cortina saranno le 14esime invernali.
“Quotidianamente ‘mettiamo a terra’ dei progetti riservati a tutti quei disabili che vorrebbero fare sport – prosegue Bernardoni – Ci rivolgiamo a tutte le persone con disabilità (intellettiva, fisica e sensoriale), cercando di indirizzare il potenziale atleta alla disciplina che viene ritenuta più adatta per lui, a seconda delle sue possibilità. Per fare questo costruiamo una rete che coinvolge il Comitato italiano paralimpico, le federazioni, le società, le istituzioni e le famiglie. Mettendoci insieme un po’ tutti riusciamo, di solito, a centrare l’obiettivo”. Finora l’Italia paralimpica è salita sul gradino più alto del podio, conquistando l’oro, 16 volte. L’ultima disciplina introdotta è stata lo snowboard, nel 2014 a Soci, in Russia, dove hanno debuttato atleti di Brasile, Turchia ed Uzbekistan.
“In quest’edizione, tra altoatesini e trentini abbiamo ottime possibilità di arrivare a medaglia – conclude Bernardoni – Penso a Emanuel Perathoner nello snowboard ma anche a Giacomo Bertagnolli con la guida Andrea Ravelli e a Chiara Mazzel con Fabrizio Casal, entrambe coppie dello sci alpino. Infine, nel double mixed curling, corre senz’altro per il podio la coppia formata da Orietta Bertò e Paolo Ioriatti. Quello che comunque mi auguro, oltre ai risultati sportivi, è che il mondo paralimpico si faccia conoscere da tanti ed entri nelle case di tutti”.