Quando pure Bruno Pizzul ebbe “il problema di girarsi…”

Sono sempre troppo ripetitivi ed encomiastici gli articoli che ricordano con nostalgia i personaggi del mondo dello spettacolo (in gergo giornalistico si dicono “coccodrilli”, per via delle lacrime talvolta non sincere), ma spesso hanno il merito di rilevare aneddoti o retroscena poco conosciuti. Nell’ultimo saluto a Bruno Pizzul, per oltre vent’anni telecronista-principe della nazionale azzurra scomparso lo scorso 5 marzo a 86 anni, la Rai ha ripescato negli archivi la puntata della fortunata trasmissione “Portobello” in cui Enzo Tortora chiese a Pizzul di prestare la sua voce per commentare alcuni gol dell’Italia in latino, come omaggio ad un ospite del programma che sosteneva l’importanza di utilizzare correntemente la lingua di Orazio per farla conoscere ai giovani. Nello straordinario filmato d’epoca si può riascoltare un Pizzul impegnatissimo a non sbagliare accenti e desinenze, per non deludere chi lo aveva ingaggiato. Con questa sua disponibilità si giustificano anche alcuni “camei” (le scene in cui una persona famosa interpreta se stesso) in film di successo, come un “Fantozzi” nel 1989, così come alcune telecronache da lui improvvisate per i compaesani nella festa campestre di Cormons.

“Ha il problema di girarsi…” avremmo potuto dire con una delle sue frasi più note, quando gli fecero l’imbarazzante invito a prendere parte come commentatore a “Il Grande Fratello”: egli però si rifiutò, ritenendo il programma in contrasto con quello stile di sobrietà, sincerità e rigore che si era dato e al quale è rimasto fedele anche nella vecchiaia, giocando a tressette nell’osteria di paese.
Queste valutazioni postume ci confermano che non esistono “le leggi dello spettacolo” e che si può custodire una sana popolarità, senza doversi “vendere” per ragioni di bottega e opportunità. Nel risentire la sua voce (“Allontana il pallone fuori dall’area, alla viva il parroco…”) ogni sportivo colloca il gigante Bruno nella sua classifica dei telecronisti Rai: meno colorito di Beppe Viola, ma più fantasioso di Nando Martellini, meno documentato di Stefano Bizzotto ma più riflessivo di Alberto Rimedio, meno protagonista e chiacchierone di troppi commentatori che impongono la propria verità su quelle offerte dal campo.

Era un buon ex giocatore di oratorio, il centromediano Bruno Pizzul partito dalla Cormonese, un alpino che non si è montato la testa, un nonno affettuoso, una persona che ha vissuto “la bellezza delle relazioni”, come ha testimoniato il figlio Fabio Pizzul all’Agenzia Sir. “E le relazioni sono davvero il dono più bello che riceve chi fa comunicazione ad ogni livello – ha scritto Elisabetta Soglio Pizzul su “Buone Notizie” del Corsera – il ricordo che lasciamo non è solo per quella telecronaca o quello scoop, ma per ogni volta che siamo stati seri, onesti, gentili e capaci di ascolto”. Davvero, “tutto molto bello”!

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