Alle piazze italiane di sabato 15 marzo inondate di bandiere blu stellate ha fatto eco questa mattina il piazzale della Campana dei Caduti sul Colle di Miravalle che ha ospitato, posticipata di un giorno, la manifestazione “Una piazza per l’Europa” e dove il messaggio a difesa dei valori fondamentali dell’Unione europea, libertà e democrazia, ha assunto una forte connotazione pacifista proprio per la presenza della Campana, simbolo universale della pace.
Erano presenti alla manifestazione la sindaca di Rovereto Giulia Robol, numerosi esponenti della giunta e del consiglio comunale, rappresentanti delle circoscrizioni e delle associazioni, la deputata Sara Ferrari, l’ex sindaco di Rovereto Bruno Ballardini, il segretario della Fondazione Campana dei Caduti Paolo Mirandola, e la direttrice del Centro per la cooperazione internazionale Chiara Sighele.
“L’Europa siamo noi“, ha detto la sindaca Robol. “Questo è la risposta che mi sento di condividere all’appello che ieri il giornalista e scrittore Michele Serra ha lanciato dal palco della riuscita manifestazione di piazza del Popolo a Roma. L’Europa siamo noi significa che, a prescindere da tutti i distinguo e dai colori delle diverse bandiere, è necessario pensare che il primo presupposto per riuscire a mantenere la costruzione di forze democratiche all’interno di un contesto internazionale in forte cambiamento, è quello di avere un’Europa che rafforza il proprio peso politico e la propria visione. Un’Europa che è accoglienza e un’opportunità per tutte quelle persone che scelgono di mettere a rischio la propria vita attraversando il mare, piuttosto che rimanere in contesti internazionali difficili. Europa significa inoltre obbligo della memoria e del rispetto della storia: non dimenticare che la nostra democrazia è il risultato di un cammino lungo e faticoso che è passato attraverso sanguinosi conflitti, con il contributo della resistenza, una democrazia che va difesa a ogni costo, a cominciare dal pensarsi appartenenti all’Europa. Senza l’Europa, senza una realtà dai profondi valori democratici, il nostro pericolo è quello di rimanere schiacciati dai diversi nazionalismi”.
“Il Centro per la cooperazione – ha spiegato la direttrice del Centro per la cooperazione internazionale Chiara Sighele – ha raccolto l’eredità di Rovereto e della Campana dei Caduti, in particolare di due iniziative: l’Università internazionale delle istituzioni dei popoli per la pace sorta nel 1993, che nasceva per offrire uno spazio di ricerca sul tema per la costruzione della pace a partire dal basso e dai movimenti sociali. E nel 2000, sempre in collaborazione con la Campana dei Caduti, l’Osservatorio sui Balcani. Anche in questa occasione Rovereto e il Trentino si sono fatti carico di una risposta che veniva dalla società civile. E noi continuiamo a lavorare forti di questa eredità e di questa responsabilità”.
Infine la deputata Sara Ferrari ha ricordato che nel suo passato di assessora provinciale alla cooperazione internazionale con delega alla pace ha potuto sostenere per cinque anni l’attività della Fondazione della Campana dei Caduti, e ha dichiarato che “se siamo qui oggi è perché siamo donne e uomini che, a differenza dei nazionalisti, non credono che serva più Italia e meno Europa ma che ci serva l’Europa, una e unita, il più grande progetto di pace che esista al mondo”.