Sono stati i due sindaci, Tarcisio Michelotti a Drena e Vittorio Fravezzi a Dro, a spiegare, ragioni, tempi e modalità di questo “passaggio storico” nella vita delle due amministrazioni gardesane. “È dal 1998 che i due comuni hanno avviato un percorso comune, condividendo i servizi di segreteria generale, anagrafe e ufficio tecnico, accanto allo stesso tessuto associativo e culturale”, spiega Tarcisio Michelotti sindaco per oltre 15 anni e tornato a guidare Drena dopo l’esperienza nella Comunità Alto Garda e Ledro. “La Provincia ci ha chiesto in tempi brevi di scegliere e intraprendere la nuova via della fusione, alla quale sono legati anche importati trasferimenti regionali e provinciali (fondo perequativo). L’adozione delle linee d’indirizzo è solo il primo passo nell’iter di fusione che passerà dal protocollo d’intesa, e soprattutto dal coinvolgimento delle comunità con il referendum”.
Se il processo di fusione si concluderà positivamente potrebbe nascere un comune di circa 5.450 residenti (550 di Drena e 4.880 a Dro), su una superficie di 36,4 chilometri quadrati, ricco di potenzialità turistiche e ambientali. “Fondamentale è mantenere la stessa qualità e standard dei servizi, pur a fronte del calo delle risorse e trasferimenti provinciali”, ha precisato il sindaco-senatore di Dro Vittorio Fravezzi. “L’iter avverrà secondo i tempi e le modalità dettate dalla normativa provinciale e dal protocollo fissato nel Consiglio delle Autonomie. Cercheremo di ispirarci alle esperienze già avviate in Trentino, evitando eventuali problematiche o difficoltà di dialogo e confronto con la gente. È un’opportunità per amministrazioni, cittadini e imprese locali, creando una comunità che potrebbe unire peculiarità e risorse della montagna e del fondovalle”.
Da “Magnifica Comunità di Dro”, a “Drena-Dro”, da “Marocche” a “Val Salagoni”, sino a “46° Parallelo”: tanti i nomi più o meno originali che potrebbe assumere il nuovo Comune, che dovrà definire anche la sede dell’ente, composizione del Consiglio, statuto e protocollo d’intesa. Un lavoro preparatorio e di sintesi che impegnerà a fondo le due amministrazioni e che porterà – nell’autunno 2016 o primavera 2017 – al referendum popolare, e successivamente nel 2018-19, alle prime elezioni amministrative del nuovo comune, con l’indicazione di nuovo sindaco e consiglieri (Drena potrebbe aver diritto ad un pro-sindaco). Per ora proseguiranno i lavori previsti alla rete dell’acquedotto di Drena, al suo campeggio comunale e l’avvio dell’attesa ristrutturazione alle Medie di Dro e al compendio ex-canonica di Pietramurata.