Quello che ci propone Luisa Mattia in Segui la tigre (Piemme; età 11+) è un classico romanzo di formazione sul cui sfondo si sviluppa una storia di avventura, due generi narrativi che piacciono ai giovani lettori. Si tratta della storia di Clara, una ragazzina di dodici anni che vive in città, dove va a scuola, ha qualche amicizia e conduce una vita piuttosto tranquilla che le piace molto. Clara ama fare tutto con calma, ma forse un po’ troppo con calma, almeno per i suoi compagni di classe che l’hanno soprannominata “Clara-lumaca”. Per il suo tredicesimo compleanno, la mamma le propone di andare a trovare il papà nella foresta tropicale, dove sta lavorando a un progetto per una diga. Clara non ne è entusiasta: non ama i cambiamenti e preferirebbe restare a casa. Alla fine, però, deve partire.
Quando si trova nella giungla con i genitori, una terribile alluvione colpisce la zona. Un fiume di fango travolge tutto e la ragazza si ritrova sola e lontana dal campo, circondata dagli animali, senza cibo né acqua. Appesa a un ramo, “Clara-lumaca” sembra bloccata, ma quando anche Stef arriva su quel ramo e insieme sentono il ruggito di una tigre, qualcosa dentro di lei inizia a cambiare.
Non è difficile interpretare la metafora che sta alla base della narrazione, ma lo scopo della lettura non è questo, non deve essere questo, almeno non esplicitamente. Però la presenza di metafore è un segno di qualità nelle storie, le allontana dalla banalità del tutto chiaro e semplice, le arricchisce di significati che ogni lettore può interpretare a modo suo, le pone a diversi livelli di complessità stimolando interesse e curiosità. La storia di Clara si legge con piacere perché, prima di tutto, è una bella storia, una storia ben raccontata, coinvolgente e intrigante.