Sette piccoli papà? Nelle fiabe tutto è possibile

A volte ritornano. Sì, i libri a volte ritornano. Arrivano in Italia dopo anni dalla loro pubblicazione in lingua originale, vivono la loro (di solito breve) vita e poi spariscono. Alcuni, però, ritornano. Così è accaduto a Else-Marie e i suoi sette piccoli papà (Il Barbagianni; età 6+), il libro illustrato di Pija Lindenbaum pubblicato in Svezia nel 1990, portato in Italia da Il Barbagianni nel 2018, quasi trent’anni dopo, e adesso riproposto in una nuova traduzione curata da Samanta K. Milton Knowles.

Else-Marie ha sette papà alti più o meno come un vaso da fiori. Quando vanno al lavoro, escono tutti con il cappello e la valigetta per andare a vendere cellulari. Stanno via di solito tutta la settimana e, quando ritornano il venerdì, per la bimba e la sua mamma è una festa. Alla piccola sembra tutto normale anche se la sua mamma è alta circa un metro e settanta e i suoi papà sono tutti uguali con piccole caratteristiche che, oltre al nome, li distinguono, ma che neanche la figlia riesce sempre a riconoscere. Nella sua normalità, la vita della famiglia si svolge tranquilla. Finché, un giorno la mamma non può andare a prendere Else-Marie a scuola e le dice che saranno i suoi papà ad aspettarla all’uscita. “Accidenti, come andrà?! Non sono mai venuti a prendermi loro! Tutti gli altri bambini hanno un papà. Uno grande”. Così pensa la bambina ipotizzando le situazioni più disastrose, finché i papà si presentano a scuola e… Una storia che non poteva venire che dal Nord Europa con tutta la sua capacità di rappresentare la disarmante semplicità e linearità del pensiero bambino. Una narrazione attenta e dettagliata che, insieme alle illustrazioni, ci offre in Else-Marie un personaggio ben caratterizzato con una forte personalità e delle situazioni tanto assurde quanto realistiche, fonte per lei di grandi emozioni ma affrontate con la seria e fervente immaginazione di cui sono capaci i bambini.

La storia raccontata in prima persona si presta a diverse interpretazioni. Quello di Else-Marie è un desiderio, un sogno, frutto della sua fantasia che colma il vuoto di un papà che non c’è, o non c’è più? Oppure è un’ironica rappresentazione dei diversi ruoli che il papà copre per la sua piccola (papà che gioca, papà che controlla, papà che sgrida, papà che legge le storie, papà che ama la mamma, papà che va al lavoro, papà con cui si va in vacanza … )? Oppure è un ritratto di una famiglia atipica in cui tutti si amano e vivono una normale routine domestica? Oppure nulla di tutto questo: “Nel corso degli anni sono state poste molte domande su questo libro. Molti hanno cercato di analizzarlo. Io più che altro sono rimasta sorpresa e divertita. È solo un racconto, una fiaba! E nelle fiabe può succedere qualsiasi cosa. Tutto è possibile”. Così scrive l’autrice stessa nella sua breve introduzione a questa nuova edizione.

Lasciamoci, dunque, coinvolgere dalla leggera assurdità della storia e ammaliare dalla preziosità delle deliziose illustrazioni. Divertiamoci a leggere questo libro con i bambini e lasciamo che se lo leggano e se lo guardino per trovare tra le righe e nei dettagli delle figure i possibili significati. E se non ne trovano? Va bene lo stesso! Avranno comunque letto un bel libro.

La storia è ironica, forse irriverente, sicuramente divertente. La storia di per sé è “vecchia”, ma sappiamo che, in fondo, anche se i libri sono vecchi, ma sono belli e di qualità, li possiamo sempre proporre perché i bambini, per fortuna, sono sempre nuovi.

vitaTrentina

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