A Rovereto sciopero di 8 ore della Dana: a rischio 2.000 famiglie

Erano in presidio dalle 5 di questa mattina i lavoratori della Dana di Rovereto. E alle 9.30 sono confluiti davanti allo stabilimento lagarino i lavoratori dello stabilimento di Arco, assieme a quelli delle aziende dell’indotto arrivati coi pullman da Storo e da Borgo Valsugana, così come con tante auto private.

Otto le ore di sciopero degli stabilimenti trentini di Dana e dell’indotto, proclamate dalle sigle sindacali rappresentate nelle RSU, ossia Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Cub-Trento, con una adesione fino al cento per cento pressoché ovunque.

I lavoratori chiedono certezze sulla tenuta occupazionale, messa a rischio dalla delocalizzazione in Messico di parte della produzione dello stabilimento di Rovereto, e vogliono garanzie sul futuro degli stabilimenti italiani, reso incerto dalla vendita dell’intera divisione off-highway della multinazionale americana.

Preoccupazioni che pesano come un macigno sulle teste di duemila famiglie trentine, tanti sono, sommati assieme, i lavoratori degli stabilimenti Dana di Arco e Rovereto e delle aziende dell’indotto e dei servizi.

La protesta si inserisce in una mobilitazione nazionale degli stabilimenti Dana, per difendere questa eccellenza della meccanica e dell’automotive. Le organizzazioni sindacali chiedono il riconoscimento del coordinamento sindacale nazionale, affinché vi sia trasparenza e non si mettano gli stabilimenti italiani in competizione tra loro.

“In Trentino la direzione aziendale – sono le parole dei segretari trentini delle sigle sindacali che hanno indetto la mobilitazione di oggi – cerca di rassicurare i lavoratori sostenendo che non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma sono solo chiacchiere per tentare di far fallire gli scioperi e intanto fare magazzino in vista della delocalizzazione. Noi non ci accontentiamo di chiacchiere, vogliamo impegni precisi sull’occupazione, sugli investimenti in Trentino e in Italia, sul futuro dello stabilimento di Rovereto e di tutti gli stabilimenti italiani.”. Un quadro complesso in cui, secondo i sindacati, deve fare la propria parte anche la Provincia. “Piazza Dante non può rimanere spettatore muto, Dana e il futuro dell’industria in Trentino deve essere una priorità”.

La mobilitazione non si fermerà sino a quando i lavoratori della Dana e delle aziende dell’indotto non avranno ottenuto le garanzie che chiedono.

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