Hedvig ha sette anni e vive nella campagna svedese, non ha fratelli né sorelle, nessun bambino abita nelle fattorie vicine e uno dei suoi gatti è scontroso e inavvicinabile: per tutti questi motivi Hedvig non vede l’ora di iniziare ad andare a scuola.
Si può riassumere in queste poche righe la storia di Hedvig (Lupoguido; età 8+), il racconto di un anno della sua vita con la quotidianità, le amicizie, i piccoli problemi, i momenti di festa.
Hedvig una ne fa e cento ne pensa e la possiamo facilmente inserire nell’elenco delle eroine ribelli della narrativa per bambini. Non è all’altezza di Pippi Calzelunghe, ma il suo posto insieme, per esempio, a Ramona (Ramona, la peste, Il Barbagianni ed.) e a Clementine (Clementine, Giunti ed.) lo può benissimo occupare. Hedvig è allegra, birichina e molto intraprendente. Agisce d’impulso e non fa che mettersi nei guai, da cui poi, comunque, riesce sempre a tirarsi fuori. I primi giorni a scuola non si sente molto a suo agio e ha paura di tutto, ma appena capisce che anche i suoi compagni sono nella sua stessa situazione, ogni problema pian piano sparisce e la sua vera natura si scatena. Così leggiamo di come Hedvig si perde nel bosco, rinchiude nel capanno una compagna antipatica (dimenticandosi poi di liberarla), versa sapone nella limonata del bulletto di turno ed evoca i fantasmi nei bagni della scuola… Hedvig pensa e si comporta secondo una lineare logica “bambina” e questo la rende molto reale e simpatica. Il suo comportamento si scontra con le regole del mondo adulto sia a casa sia a scuola, ma non per consapevole spirito di opposizione, bensì per naturale predisposizione. Ogni sua azione e reazione, infatti, delinea un preciso aspetto della sua vivace personalità. Come personaggio, Hedvig è tanto convincente che facilmente i piccoli lettori possono immedesimarsi nei suoi pensieri e nelle sue azioni. Anche perché tutta la narrazione si svolge nell’ambiente protetto e conosciuto della casa e della scuola.
Quella di Hedvig non è una storia moralistica né di ribellione fine a se stessa. È una storia che non vuole insegnare nulla, ma permettere ai lettori di partecipare personalmente a ciò che vi succede, senza darne giudizio.
La prosa è scorrevole, con un ritmo veloce e le illustrazioni l’accompagnano con discrezione, alleggerendo le pagine e divertendo il lettore. Narrato in terza persona e diviso in brevi capitoli, ciascuno dedicato ad un episodio diverso, il libro si presta facilmente sia alla lettura autonoma, sia alla lettura condivisa ad alta voce per il divertimento di tutti.